Il periodo prima dell’imperialismo viene ricordato come il periodo aureo della società romana, quando era incorrotta e popolata di personaggi come Muzio Scevola, Clelia, e Cincinnato.

Alla fine  delle guerre puniche, infatti, il territorio di Roma si estendeva dalla Spagna all’Asia Minore. Nei confronti dei popoli e delle comunità dominate, l’atteggiamento generale di Roma era di non intromettersi nelle questioni che non riguardavano direttamente i suoi interessi. A un governatore non importava modificare gli usi e i costumi della sua provincia, o gli apparati locali di governo: importava che non scoppiassero sedizioni, che l’autorità romana fosse rispettata e che venissero regolarmente versate le tasse dovute a Roma.

A seguito della terza guerra punica, a Roma si accentuano le rivalità tra patrizi e plebei. I fratelli Gracchi tentano una riforma agraria a favore dei plebei ma vengono uccisi e le loro riforme annullate. Tuttavia la fazione dei plebei cresce e con Mario si lega alla riforma dell’esercito. Mario è il primo dei militari che diventano figure centrali nella vita politica di Roma. Ed è un homo novus. Le tensioni tra patrizi e plebei sfociano in guerre civili e tentati colpi di stato à famoso è quello di Catilina, sventato da Cicerone nel 62 a.C.

60 a.C. – Il primo triumvirato

Con il termine triumvirato si intende un’alleanza politica, ma anche un accordo personale e privato, fuori dalle istituzioni romane che di fatto convalidava una struttura di potere superiore e personale.

L’accordo fu stipul

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Caio Giulio Cesare

ato tra i tre uomini più potenti e influenti di Roma: Pompeo, Crasso e Cesare. Crasso muore in battaglia, mentre Cesare è  occupato in Gallia. Pompeo, a Roma, si mette d’accordo con il Senato per escludere dal potere Cesare. Cesare, deciso a non tirarsi indietro, decide di attraversare il Rubicone, il confine tra Italia e Gallia, in armi pronunciando la famosa frase “il dado è tratto”: nel 49 a.C. è di nuovo guerra civile. La battaglia finale tra Pompeo e Cesare è a Farsalo, Cesare ha la meglio e si fa assegnare diverse cariche e governa quasi con potere assoluto.

 

Nel 44 a.C. Cesare cade vittima di una congiura e viene pugnalato in Senato. Alla sua morte scoppia una nuova guerra civile tra Antonio e Ottaviano. Antonio era l’uomo più forte a Roma e luogotenente di Cesare. Alla sua morte si impegnò a rispettare le ultime volontà di Cesare, ma il suo testamento designa come suo erede il nipote Caio Ottaviano. Antonio era anche ostacolato dal Senato, aizzato contro di lui dalle orazioni di Cicerone.

Ottaviano si rese conto che il Senato, sebbene lo appoggiasse contro Antonio, non gli avrebbe concetto tutto il potere che voleva e si accorda con Lepido e Antonio in un secondo triumvirato (43 a.C.). I triumviri reprimono gli oppositori uccidendoli ed espropriando i loro beni per finanziare i propri eserciti. Poi si spartiscono l’impero:

  • Occidente ad Ottaviano
  • Oriente ad Antonio
  • Africa a Lepido, che però presto viene ucciso.

La pace tra Ottaviano e Antonio non dura molto. Ottaviano, deciso a prendere tutto il potere, sfrutta la tendenza di Antonio a esercitare un potere assoluto e la sua relazione con la regina d’Egitto Cleopatra per farlo apparire un despota orientale e un traditore. Antonio e Ottaviano si scontrano ad Azio nel 31 a.C.. Antonio viene sconfitto e si suicida.

Letture consigliate

Per saperne di più su Cesare e su Antonio leggi i volumi a loro dedicati dell’editore Salani. Li puoi trovare nella collana “Morto che parla”.

 

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